Il diabete è una patologia cronica, caratterizzata da un aumento della concentrazione di glucosio nel sangue. Tale alterazione è dovuta ad un difetto parziale o totale della secrezione di un ormone prodotto dal pancreas, ovvero l’insulina che non riesce a svolgere il suo ruolo in maniera corretta. Essa agisce abbassando la glicemia subito dopo un pasto, eliminando gli zuccheri del sangue e mandandoli direttamente ai tessuti per dargli energia. Un deficit di questo ormone, non consente all’organismo di trarre energia dall’ingestione di carboidrati, provocando alterazioni del metabolismo.
Oggi, la prevalenza del diabete è fortemente aumentata, non solo tra gli adulti, ma anche tra i più giovani. Nonostante ciò, tramite l’assunzione di farmaci e l’adozione di una dieta corretta, vengono garantite al soggetto delle aspettative di vita al pari di una persona non diabetica.
Vediamo dunque di cosa si tratta la dieta per diabetici rispondendo ad alcune domande e consigliando una corretta alimentazione da seguire.
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Quanto è importante una dieta per diabetici?
La dieta per le persone affette da diabete è un punto cardine fondamentale. Spesso si pensa che si debba stravolgere totalmente la propria alimentazione, ma in realtà non è così. Infatti, la stima del fabbisogno giornaliero viene effettuata allo stesso identico modo di quella per un soggetto sano, tenendo conto del sesso, dell’età e delle attività quotidiane che egli svolge.
Le calorie assunte sono le stesse, ciò che varia è la ripartizione dei singoli nutrienti, perché verranno privilegiati dei gruppi alimentari piuttosto che altri, al fine di perseguire degli specifici obiettivi che consentono di tenere sotto controllo i valori della glicemia.
Quali sono gli obiettivi della dieta per diabetici?
La dieta per diabetici si basa su tre obiettivi principali:
- Controllo della Glicemia: si tratta di un valore che il corpo mantiene costante, limitando quanto più possibile le sue variazioni. Questo è possibile, grazie alla presenza di un altro ormone secreto dal pancreas, il glucagone. L’azione di questo è esattamente all’opposto di quella dell’insulina. Infatti, mentre quest’ultima è un ormone ipoglicemizzante, quindi agisce per abbassare i livelli di glucosio nel sangue, l’altro, è iperglicemizzante, quindi consente di aumentarne la concentrazione. Il risultato finale, dunque, è un equilibrio, che ha numerosi effetti positivi per l’organismo, ma viene a mancare quando vi sono dei deficit nella produzione esocrina del pancreas;
- Controllo del Peso Corporeo: è un effetto secondario del primo aspetto. È fondamentale mantenere il peso corporeo nella norma, per prevenire l’insorgenza di complicanze. Infatti, qualora il soggetto fosse in sovrappeso, bisognerebbe prescrivere una dieta dimagrante associata ad un’altra ipoglicemica;
- Controllo della Lipidemia: una concentrazione eccessiva di lipidi nel sangue potrebbe comportare delle problematiche di diversa entità all’individuo, tra cui un aumento del rischio di patologie cardiovascolari.
Che tipo di alimentazione deve seguire un soggetto diabetico?
La dieta che deve abitualmente rispettare un soggetto diabetico non è affatto restrittiva, ma è importante che sia ben accettata. Infatti, molto spesso essa viene indicata come una vera e propria terapia nutrizionale, perché si tratta di uno stile alimentare che dovrà assumere per il resto della vita. A tale scopo, è fondamentale che essa venga stipulata da un nutrizionista, che avrà anche il compito di monitorare i suoi benefici nel corso del tempo e di far dimagrire il soggetto, qualora fosse obeso o in sovrappeso.
È consigliato rispettare i principi base della dieta mediterranea, che prevedono un’alimentazione ricca di tutti i nutrienti essenziali per l’organismo.
Sarebbe opportuno:
- Limitare l’assunzione di lipidi e di zuccheri semplici a rapido assorbimento, come bibite gassate, dolci, caramelle, succhi di frutta, ecc. prediligendo gli zuccheri complessi, che si assorbono in maniera più lenta. In questa categoria rientrano, ad esempio, i cereali, i derivati e i tuberi, come le patate;
- Aumentare l’apporto di fibre, che consentono di rallentare l’assorbimento intestinale dei carboidrati. Esse sono prevalentemente contenute nei cibi integrali, nei legumi, nella frutta e in alcune verdure;
- Mantenere costante l’apporto di proteine, sia di origine animale che vegetale, di vitamine e sali minerali, a seconda del proprio fabbisogno.
A tal proposito dunque, si consiglia di scegliere uno specialista e di affidargli il compito di monitorare la propria attività alimentare con conseguente controllo periodico.
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